Il cambiamento nella sua forza simbolica arriva fino alla psiche e all’anima
La credenza dell’umanità nel potere magico dell’arte di produrre cambiamento e di trasformare persone e circostanze, può essere una ragione per cui da sempre essa è considerata uno strumento terapeutico.
L’impulso artistico è un bisogno fondamentale. Sin dall’antichità abbiamo disegnato o inciso come forme di espressione individuale e di comunicazione. I nostri progenitori non costruivano solo oggetti o ripari ma creavano anche immagini. E’ probabile che cercavano di propiziarsi buone battute di caccia, catturando prima la preda con l’immagine.
Il valore delle prime forme d’arte non risiede solo nell’aspetto artistico, decorativo, ma anche nel significato magico-propiziatorio. Gli esseri umani non hanno mai cessato di creare arte per fini magici, per proteggersi dal male e dalle disgrazie, per esprimere e controllare emozioni forti come l’ansia e la paura, per prepararsi alla caccia.
Ancora oggi non solo nelle società pre-letterate l’arte è usata simbolicamente per curare malattie e procurare sollievo fisico e psicologico.
Ci sono stretti legami tra il lavoro dello sciamano e l’arteterapia che utilizza la produzione di immagini come modalità per recuperare la salute. Una sorta di intermodale di arti terapie e linguaggi espressivi integrati che pone il corpo del paziente al centro del rituale.
I Navajo oggi combinano danza canto e pittura con la sabbia usando figure specifiche per curare malattie. La creazione della pittura di sabbia è accompagnata da danze e canti e il cantore Navajo è uno sciamano che conosce i canti da cerimonia tramandati oralmente, per specifiche cure.
Come altri antichi sistemi di guarigione, la medicina dei Nativi americani ha un approccio olistico che prevede il trattamento del corpo, della mente e dello spirito.
Il cantore Navajo utilizza Pitture di sabbia con figure specifiche combinate con danze e canti. La sua opera consiste nello scacciare dalle persone con immagini e rituali, gli elementi insani e guarire, corpo, mente e spirito. A pittura terminata il paziente si siede al centro del disegno e mentre lo sciamano e la famiglia del malato cantano e pregano, la malattia è attirata nella sabbia colorata. L’intera pittura viene distrutta, raccolta e abbandonata nel deserto, dove non può più nuocere a nessuno
La maggior parte dei linguaggi dei nativi americani non possiede una parola tradizionale per indicare la medicina, che infatti viene chiamata “il mistero”.
L’arte può aiutarci non solo ad esprimere paura, angoscia, ma tocca l’animo umano negli aspetti più spirituali
Arte come forma di meditazione e preghiera
Mandala è un’antica parola sanscrita che significa cerchio sacro. I mandala sono considerati ologrammi del cosmo e insieme mappe della coscienza individuale.
I tibetani, per concentrarsi alla preghiera e promuovere la guarigione, danno forma, durante rituali di settimane intere, a mandala di sabbia colorata, e ne completano il processo creativo fino alla distruzione degli stessi, educandosi così, alla separazione, come a un sollievo delle sofferenze .
Nella cerimonia di dissoluzione, la sabbia, viene raccolta con dei fiori o dei pennelli e gettata in un corso d’acqua per sottolineare ed evidenziare l’ impermanenza di tutte le cose e l’importanza del non-attaccamento. Quando la sabbia entra nell’acqua, la gentilezza e la compassione della divinità sono diffuse nel mondo a beneficio di tutti gli esseri.
In questo caso il processo creativo non è solo una forma di meditazione ma diventa un processo terapeutico vero e proprio.
L’Arte trascende la vita quotidiana
L’arte può aiutarci non solo ad esprimere paura, angoscia, ma tocca l’animo umano negli aspetti più spirituali.
Nell’immagine vediamo Vedran Smajlović: primo violoncellista nella Sarajevo Philarmonic Orchestra, vestito in smoking, noncurante dei bombardamenti e dei cecchini nella Sarajevo assediata. Vedran aveva suonato, all’interno della Biblioteca Nazionale distrutta, l’Adagio in sol minore di Tommaso Albinoni per ventidue giorni, un giorno per ogni vittima uccisa in fila per il pane.
Secondo lo psicologo Abraham Maslow, quando sono soddisfatti i loro bisogni elementari, le persone manifestano un forte impulso all’autoespressione. Ma anche quando sono privati delle più elementari necessità, alcuni si sforzano egualmente di esprimersi attraverso le arti.
La gente di Sarajevo negli anni 90 continuava a coltivare le arti, questo ci fa capire quanto sia irresistibile il nostro bisogno di espressione artistica. L’arte può aiutarci non solo ad esprimere paura, angoscia, emozioni stressanti, ma tocca l’animo umano negli aspetti più spirituali.
Se è vero che famiglia, lavoro e altri aspetti della vita possono appagarci, le esperienze creative dell’arte possono metterci in contatto con parti di noi inaccessibili alle altre attività ed interazioni.
La storia di Sarajevo è un esempio di come l’arte ci aiuti a trascendere la vita quotidiana e possa restaurare integrità e soddisfazione personale anche nelle condizioni più precarie in mezzo a lutti e devastazioni.
Ma perchè accade questo?
L’arte… un canale privilegiato
Si dice che l’Arte è il linguaggio dell’Anima.
Quel che noi vediamo o tocchiamo e pensiamo sia l’unica realtà, è appena il 4% di tutta la realtà visibile, invisibile o appena percepibile. L’immaginazione, i sogni, la fantasia, le emozioni e i sentimenti, abitano il rimanente 96% e l’Arte entra in risonanza con questa area corporea di energia sottile. L’arte dialoga con la sfera irrazionale ed emozionale dell’animo umano perché utilizza un linguaggio onirico fatto di segni, forme e colori, simboli e vibrazioni. Per questo l’arte, la musica, la danza e tutti i linguaggi espressivi utilizzando un canale privilegiato, hanno il potere di attuare un cambiamento, una trasformazione profonda.
Creando arte e usando l’immaginazione possiamo dare sollievo alle paure e conferire un nuovo significato alla vita. Provare gioia, giocare, creare e comunicare sono esperienze necessarie alla salute psicologica, fisica e spirituale, e sono tutte esperienze di cui l’attività artistica fornisce l’occasione.
L’ Arteterapia nel setting terapeutico/performativo
Il cambiamento, nella sua forza simbolica arriva sino alla psiche e all’anima
l’arteterapia è una delle poche terapie in cui si crea un prodotto tangibile. Questo consente di conservare qualcosa di duraturo che registra significati esperienze e sentimenti. Il vantaggio di questa concretezza sta anche nel poter riesaminare in un secondo momento le immagini e confrontarle con altre.
La nostra mente è piena di immagini che sono diventate rigide e disfunzionali: l’immagine di non essere ascoltati, amati, di non potersi fidare, di essere traditi, l’immagine di essere deboli, impotenti e inferiori o forti e invincibili.
Modificare un’ immagine, che viene esternalizzata con il processo creativo, appartiene al mondo del gioco.
Secondo JP Sartre la più preziosa caratteristica dell’immagine è il suo elemento di non-realtà e questo le permette di essere modificata, ovvero concede all’autore, attraverso l’atteggiamento ludico, di apportare delle modifiche alla stessa immagine. Il cambiamento, nella sua forza simbolica arriva sino alla psiche e all’anima e questo ha la possibilità di riflettersi anche nella sfera cognitiva e comportamentale della persona.
Il cambiamento nella pratica di un setting terapeutico individuale o di gruppo, può avvenire nelle seguenti modalità:
- togliendo qualcosa che c’era,
- aggiungendo qualcosa di nuovo,
- realizzando un immagine alternativa o creando dei movimenti nella stessa.
La modalità del cambiamento può diventare un processo affascinante nella sua forza simbolica. Possono essere elaborate immagini alternative, diverse od opposte, o immagini che partono da una differente prospettiva. Oppure, le immagini possono essere tradotte in linguaggi diversi per ampliare orizzonti emotivi o cognitivi. (Figure 1,2,3,4)
Ad esempio da una data immagine può nascere una poesia (Fig.8), o un lavoro di scrittura creativa, un monologo o un dialogo, una drammatizzazione, una sequenza di gesti, una danza o una canzone. (Fig.5,6,7)
IL cambiamento di un’ immagine può rappresentare simbolicamente un processo di maturazione psichica e può influire su questo stesso processo: dall’isolamento alla socialità, dalla mancanza di vita all’ energia vitale, dalla possessività alla separazione, dalla disperazione alla speranza.
«Nessuna immagine può essere pienamente spiegata solo a parole e se potesse non ci sarebbe alcun bisogno di crearla»
Caroline Case e Tessa Dalley (2003), Manuale di Arteterapia, Torino, Edizioni Cosmopolis